Wednesday, February 29, 2012

Buon compleanno G. Rossini!

220° anniversario della nascita di Gioachino Rossini / anno bisestile

Oggi ricorre il 220° compleanno del grande compositore pesarese Gioachino Rossini che ha segnato in modo significativo il mondo della musica classica mondiale e tutt'oggi contribuisce a tenere alto il nome dell'Italia.

Google ha scelto di ricordarlo dedicandogli il logo che potete vedere sopra, che rimanda al Barbiere di Siviglia!

Auguri Gioachino, grazie per il patrimonio che ci hai lasciato!

Ps. Io adoro in particolar modo La Cenerentola! Voi che gusti avete?

L'assaggio di Io Donna

Come sapete sabato in allegato con il Corriere della Sera c'è la rivista femminile Io Donna. La settimana scorsa anche Io Donna aveva un allegato, un microlibricino almanacco-style che propone l'inizio di due romanzi.

A parte aver trovato l'iniziativa molto carina dal punto di vista del marketing, devo dire che anche i due libri promossi mi sono sembrati assolutamente interessanti. Si tratta di:
Vi scrivo ciò che riporta il libricino su entrambi i romanzi, in modo che vi possiate fare un'opinione: 


La strada in fondo al mare: 
Un romanzo che parla di coraggio, salvezza e amore, sullo sfondo della tragedia del Titanic*, a cento anni dal terribile disastro. Due continenti, tre generazioni e tre famiglie in una storia che attraversa mezzo secolo. 
* Un tema quanto mai attuale, non solo perché quest'anno ricorre il centenario dalla tragedia, ma anche a causa dei recenti incidenti delle navi della Costa Crociere. 
Ti amo ti odio mi manchi:
Una commedia romantica e graffiante che vi farà ridere fino alle lacrime e piangere per la commozione. Vivere una vita felice non è complicato. Basta seguire delle regole ben precise.
Al momento, così a pelle e per le pagine di "assaggio" che ho avuto l'occasione di leggere, mi attrae più il primo del secondo romanzo, ma non posso saperlo prima di averli letti. Penso proprio che scaricherò le versioni per e-book (www.newtoncompton.com).

E voi li conoscete questi romanzi, li avete letti? Cosa ne pensate?

Il libro senza pagine: l'e-book

Cosa ne pensate degli e-book reader?


Da qualche anno stanno prendendo sempre più piede e anche se (in Italia, ma non solo) ci sono ancora molti scettici, si stanno pian piano diffondendo. Certo, non si può negare il fascino del cartaceo: il profumo di un buon libro (magari antico), le pagine che si ingialliscono col tempo e su cui si possono trovare annotazioni scritte con la familiare scrittura della nonna o magari la dedica, se è un regalo, lo sfogliare le pagine con il dito, il giocare con gli angoli mentre si legge, ... Un libro è vivo! 

Una lotta agli e-book sarebbe comunque insensata, a prescindere che si sia a favore o non li si gradisca, perché la tecnologia è destinata ad evolversi ed a progredire in ogni caso, con o senza di noi.

Se anche io all'inizio ero scettica in proposito, quando ormai due anni fa ne ho ricevuto uno in regalo, mi sono proprio ricreduta e oggi il mio e-book (un Cybook) è uno dei miei migliori amici!

Ho infatti individuato almeno 5 buoni motivi per cui l'e-book è una gran bella invenzione:



  1. E' pratico e leggero: Contiene un'intera libreria sempre a portata di mano in pochissimi grammi e le nostre povere schiene provate (dal peso delle borse, dallo stare ricurvi ore e ore sul PC) ringraziano.
  2. La varietà di scelta: conseguenza del punto precedente.
  3. Consente di risparmiare e di leggere libri che altrimenti non leggeremmo: questo è il primissimo vantaggio che ho scoperto che l'e-book era in gradi di offrire. Insieme al lettore c'erano anche una serie di romanzi che potevo scaricare gratuitamente (e in internet se ne trovano tantissimi, i classici ma non solo) e poi ho scoperto l'esistenza di altri a prezzi assolutamente irrisori rispetto alle edizioni cartacee. Ad esempio, non essendo amante del genere (forse anche perché lo conosco poco) senza lettore elettronico non avrei mai comprato i libri del ciclo della Torre nera di Stephen King. L'e-book mi ha permesso di "ampliare i miei orizzonti" in questo senso e mi porta a sperimentare di più cose nuove. Il fattore "gratis" o "quasi gratis" fa sempre effetto anche quando non si è tirchi...
  4. E' una soluzione salvaspazio: Questo aspetto è strettamente legato al punto precedente. Un ciclo come quello della Torre nera o simili portano via un sacco di spazio in casa! E si sa che lo spazio è sempre più una risorsa scarsa nelle nostre abitazioni. Inoltre più cose in giro sono sinonimo di più cose da pulire... detto così è molto poco poetico, ma è pur sempre vero!
  5. L'e-book è amico dell'ambiente: Secondo me è uno strumento molto "green", banalmente perché consente di salvare la vita a qualche albero, non usando la carta. Certo, oggi la carta si ricicla, stiamo pur sempre parlando di piccoli numeri eccetera eccetera, ma pensiamo un attimo se nelle scuole, magari dalle medie in poi, agli studenti venisse fatto solo acquistare un e-book reader su cui scaricare i libri di testo! Si avrebbe un enorme risparmio di carta, oltre che di soldi e di peso nella cartella.
Inoltre l'e-book non è retroilluminato e quindi la lettura non affatica la vista, ci vuole la luce per leggere, come per un libro normale.
Molti tablet adesso sono anche dotati di tastiera, è possibile aggiungere proprie note nel testo e sottolineare le parti, mettere segnalibri,... e un numero sempre maggiore consente anche l'accesso ad internet, così da poter scaricare direttamente ciò che si desidera in qualunque momento.
Va anche ricordato che ci sono pacchetti che consentono di abbonarsi a riviste e giornali che si possono così leggere comodamente in versione elettronica, senza sporcarsi le mani con la stampa e senza bisogno di recarsi in edicola (molti dicono di non leggere il giornale tutti i giorni per pigrizia... così si può testare se è vero oppure se in realtà è un'agile scusa!).

E secondo voi quali sono i vantaggi (o gli svantaggi) dell'e-book reader?

Tuesday, February 28, 2012

Il ceruleo ai tempi di Jane Austen

Facendo un giretto per negozi si può notare come quest'anno siano tornati di moda i colori fluo: giallo, rosa, arancione, blu, verde evidenziatore-scintillante. Ciò vale soprattutto per scarpe, accessori e dettagli dei capi d'abbigliamento, ma vi è anche una buona quantità di vestiti, magliette, giubbini e quant'altro dalle tonalità accese ed allegre.


Oggi parlare di moda è come parlare del tempo: chiunque ne parla, chiunque ne sa (o pensa di saperne qualcosa), molti dicono di non seguirla (ma pensiamo solo un secondo alla celebre frase detta da Meryl Streep ne "Il Diavolo Veste Prada": "siamo ai limiti del comico se tu pensi di aver fatto una scelta al di fuori delle proposte della moda"... guardate il video su YouTube
... tutti comunque hanno un loro stile, qualunque esso sia.






Al giorno d'oggi è effettivamente molto facile avere uno stile, decidere se si è classici, trendy, trasgressivi, sciuretta, casual, casual-chic, ... ci saranno almeno un milione di termini per definire come si è o come si vuole essere. E si può non solo essere in più modi contemporaneamente, ma si può anche scegliere in che momenti (della vita, dell'anno, addirittura della giornata!) essere che cosa o chi.


Oggigiorno è effettivamente molto semplice esprimere il proprio modo di essere e comunicarlo agli altri- alle volte il modo è assolutamente esplicito: attraverso una scritta sulla maglietta o un'immagine, per esempio del nostro cantante o eroe preferito! Ci sono innumerevoli modi di manifestare quelle che sono le mille sfaccettature del nostro essere consumatori. Noi siamo davvero- prendo in prestito da Pirandello, forse a sproposito, ma spero me lo perdoni- "Uno, nessuno e centomila".


Abbiamo sì la nostra personalità ed i nostri tratti distintivi, che ci accompagnano costantemente, evolvendo gradualmente, ma la mattina per andare a scuola/in università/ al lavoro non ci vestiamo come quando siamo a casa in poltrona a guardare un film ed a smangiucchiare cioccolatini e nemmeno come quando usciamo una sera a cena. Fin qui, d'accordo, è sempre stato così sin dalla notte dei tempi. La "novità" però sta qui: tra cena e cena, seppure dello stesso genere, possiamo scegliere di essere, di vestirci, eventualmente truccarci e comportarci in modo diverso- e non si tratta solo di mettere o meno un abito nuovo! Pensiamo ad una cena tra amici in pizzeria: una ragazza arriva con un tacco dodici, un'altra con gli stivali da motociclista, un'altra ancora con le ballerine; un ragazzo arriva con la felpa, un altro con la camicia e un terzo ancora indossa una t-shirt sotto una giacca. E lo stesso ragazzo/a nella cena successiva può decidere di cambiare look, adottandone uno degli altri.


Si tratta di una libertà di cui spesso non ci rendiamo proprio conto, forse perché per noi è un dato di fatto.


Proviamo, però a pensare solo un secondo a miti come Jane Austen, Emily Dickinson o alle sorelle Brontë, tanto per restare nel femminile, o alle protagoniste nei loro romanzi. L'abbigliamento allora seguiva regole molto più precise di oggi (dove al massimo c'è scritto "cravatta nera" in fondo a certi inviti e si sa che a determinati eventi si deve andare con lo smoking o con l'abito lungo...) e molto più ferree. Oggi molto è demandato al nostro buongusto e buon senso (a volte sesto senso), insomma possiamo esprimerci come meglio preferiamo, per banalizzare e farla breve. Certo, anche oggi si viene giudicati (rivedi "Il Diavolo veste Prada"!), ma la questione è che sprigionare e comunicare il proprio stato d'animo attraverso la moda non è sempre stato scontato o almeno non così esplicito.


Quella ottenuta nel tempo è quindi sicuramente una bella conquista!
Però... proviamo a pensare solo per due secondi alla grandissima sfida che affrontavano quotidianamente la Austen eccetera. Dovevano farsi carico loro stesse di esprimere i propri sentimenti, senza demandarlo ad un total black con stivali e giacca di pelle nei giorni in cui si sentivano "aggressive" o senza ricorrere ai colori fluo per attirare l'attenzione e gridare al mondo il proprio buon umore. Secondo me in un certo senso è affascinante questo doversi impegnare con gesti e parole per esprimere se stessi e se vi capitasse di (ri)leggere questi romanzi, provate a pensarci: penso che sia un aspetto divertente che arricchisce la lettura!


Sunday, February 26, 2012

Tiffany è sempre Tiffany

Potrebbe essere una ancora frizzante mattina di fine giugno, di un qualsiasi giorno infrasettimanale, con il sole che si sta stiracchiando i suoi raggi nel cielo, in attesa di impadronirsene.
Potrebbe essere, però, un pomeriggio autunnale, grigio, ma non triste, avvolto in un'aura di quel mistero che avvolge la natura, ma anche le cose, quando si preparano al lungo sonno dei mesi a venire.
Potrebbe anche essere una fredda sera invernale prenatalizia, in cui le persone camminano in modo frenetico per il centro alla ricerca dei regali, magari un po' disperate, magari molto ispirate, magari molto di fretta, magari molto infreddolite, ma felici.
Potrebbe essere una bella giornata di primavera, magari un sabato ventoso, con il cielo tersissimo e di colore azzurro intenso... azzurro Tiffany magari.


Qualsiasi giorno è quello giusto per recarsi da Tiffany, soprattutto per una ragazza intenta ad acquistarvi il suo primo gioiello, magari da sola per premiarsi, magari con la mamma e/o con il papà per un regalo, magari con il giovane ed intimidito fidanzato (cos'è Tiffany? ma non è un ristorante... colazione da Tiffany! è quel posto che manda fuori di testa le donne... cosa succederà una volta dentro? diventano zombie?!), ...

Non sempre, però si può andare da Tiffany! Non sempre si abita in una città dove è presente un negozio della catena, banalmente, e per recarvisi bisogna "pianificare" un viaggetto. A volte la possibilità di andare c'è, la voglia anche, ma scarseggia il tempo. In alternativa potrebbe esserci quest'ultimo, ma potrebbe non esserci il "mood" giusto (tutto fa brodo...). Naturalmente spesso un gioiello di Tiffany finisce per essere molto spesso un sogno, almeno nel breve periodo, poiché dati i prezzi non si può certo parlare di acquisti d'impulso o frequenti.

Mentre si pensa al momento migliore, alla compagnia più adatta con cui andare, mentre si fantastica su chi potrebbe fare dono della mitica scatolina azzurra, mentre si mettono da parte i risparmi e mentre si fantastica sul gioiello perfetto (un braccialetto con il cuore? la collana lunga? o quella corta? piastrina grande o piccola? orecchini? eh, l'anello...), si può sempre fare un salto... in libreria!

Sì, perché un Tiffany a portata di mano lo si può trovare anche in libreria! Non decorerà il nostro polso o collo, ma la nostra borsa. E attenzione, potrebbe farci sentire principesse elette tanto quanto un tintinnante e scintillante gioiello, perché alimenta ed insegna a volare alla nostra spesso trascurata fantasia.

Sto parlando del romanzo di Melissa Hill, "Un regalo da Tiffany", la cui copertina si trasforma in tappeto volante e ci conduce nei meandri del punto di vendita Tiffany e soprattutto delle menti e dei cuori delle donne che incontrano sul loro cammino i "prodotti" di questo mitico brand.

Per una piccola gita all'interno di sentimenti che ci fanno sorridere, immedesimare, sognare e... potrebbero anche farci puzzare o morire di fame!  ...perché il romanzo è davvero avvincente e consente di staccare gli occhi dalle pagine solo a fatica.

Secondo me una lettura perfetta per i momenti liberi o per quando si necessita di libertà!

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...