Thursday, January 24, 2013

Favorite movies



Ho ricevuto delle mail nei giorni scorsi, in cui alcuni di voi mi chiedevano di ripostare qualcosa su film e cinema: eccovi accontentati con la top "sixteen" (non ho proprio potuto potare oltre, fino ad una "fifteen"!) dei miei film preferiti (di qualcuno vi avevo già parlato ad esempio QUI e QUI)! Sono molto diversi tra loro, ma ognuno mi ha rapito a modo suo. A voi quali piacciono? Vi auguro una buona giornata!

A few days a go I got mails from some of you, asking me to post something about movies and cinema again: here you are, I share with you the top "sixteen" (I didn't make it to a "fifteen"!) of my favorite movies (I already told you about some of them HERE and HERE)! They are very different from each other, but each of them captured me in its own way. Which ones do you like? I wish you a nice day!

Vor einigen Tagen haben mir einige von euch Mails geschickt, in denen ich gefragt wurde, doch mal wieder etwas über Filme und Kino zu posten: Wunsch erfüllt, unten gibt es die Top "Sixteen" (ich hab es bis zu einer "Fifteen" nicht geschafft!) meiner Lieblingsfilme (über einige hatte ich z. B. schon HIER und HIER etwas geschrieben)! Sie sind z. T. sehr unterschiedlich, aber jeder hat mich auf seine Art gefesselt. Welche Filme gefallen euch? Ich wünsche euch einen schönen Tag!



Thursday, January 17, 2013

Italy in 150 years




Come sapete, ho una certa passione per i Google Doodle che mi affascinano sempre moltissimo. Di recente, parlando con un amico, ho scoperto che me ne era sfuggito uno importante: nel 2011, in onore dei 150 anni dell’Unità d’Italia, era stata indetta una competizione artistica tra gli studenti delle scuole della penisola, per rappresentare in un Doodle “L’Italia tra 150 anni”. Il vincitore assoluto del concorso è il disegno intitolato “Avanti con energia” (che potete vedere qui sopra), realizzato da una scuola primaria nelle Marche. Lo trovo davvero di grande ispirazione per gli anni a venire, complimenti anche se in ritardo a chi lo ha realizzato!

As you already know, I have a passion for Google Doodles and think they are always fascinating. When I talked to a friend recently, I discovered that I missed a very important one: when the 150th anniversary of the Italian Unification was celebrated in 2011, an artistic competition aiming to represent “Italy in 150 years” in a Doodle took place among Italian pupils and students. The absolute winner was the picture you can see above, called “Going ahead with energy” and realized by an elementary school in the Marche region. I think the Doodle is and should be definitely inspiring for the coming years, congrats to the winners!

Wie ihr schon wisst, habe ich eine Vorliebe für Google Doodles und finde sie immer sehr faszinierend. Als ich kürzlich mit einem Freund gesprochen habe, habe ich entdeckt einen sehr wichtigen verpasst zu haben: Als 2011 die 150 Jahre der Italienischen Einheit gefeiert wurden, gab es einen Wettbewerb zwischen allen italienischen Schulen, um einen Doodle zu erfinden, mit dem Ziel „Italien in 150 Jahren“ darzustellen. Der absolute Sieger ist das Bild von einer Grundschule der Region Marche (oben) und trägt den Namen „Weiter mit Energie“. Ich finde diesen Doodle sehr inspirierend für unsere Zukunft und gratuliere den Siegern!

Wednesday, January 16, 2013

Osa con Asos



Eccomi qui a parlarvi nuovamente di una questione che mi preme molto condividere con voi. Vi è mai capitato di voler osare fare qualcosa di un po’ diverso dal solito, ma di avere poi lasciato perdere perché temevate di “snaturarvi”? Io penso che sia capitato a tutti noi (e più di una volta) di domandarci “che cosa penseranno di me se sul treno mi vedono leggere quel libro?”, “ma come può piacermi il balletto classico se sono un tipo rock!”, “mi piace l’animalier, ma mi ci sentirei a disagio…”, “ma se non ho una moto e nemmeno mi piacciono è normale che da tre giorni appiccico il naso alla vetrina con quegli stivali neri con le borchie?”, ecc.  In genere ci premuriamo di dare un’immagine coerente di noi, che rispecchi la nostra personalità, i nostri interessi e che ci faccia sentire a nostro agio anche con gli altri. Questo è giusto, ma non deve trasformarsi in un divieto a provare cose che in realtà ci possono interessare. Secondo me la chiave sta nell’osare, ma senza esagerare. Prendiamo la moda, per esempio: un trend non deve per forza o piacerci o dispiacerci, ma possiamo apprezzarlo a piccole dosi. Basta infatti scegliere un paio di stivali belli e originali per completare il nostro look con un tocco di novità, ma con discrezione. Perché proprio degli stivali? Perché metaforicamente rappresentano il compimento di un “primo passo”! J Per questo di seguito desidero condividere con voi una mia selezione proprio di alcuni favolosi stivali del magnifico sito Asos, che vi consiglio caldamente di visitare in modo da poter seguite il titolo del post! J

Here I am, talking again about a topic which I really wanted to share with you. Did you ever want to dare to do something different, but then gave up because you were afraid to “denaturalize” yourself? I think this has happened at least once to all of us and we have all questioned ourselves: “what is going to happen if others watch me reading that kind of book on the train?”, “I can’t like classic ballet if I am a rock soul!”, “I like animalier style, but I definitely don’t feel comfy with it…”, “if I don’t own a motorbike and don’t like them either, why do I get lost in the window with those black biker boots?”, etc. We usually work hard on our image in order to make it coherent with our personality and interests and which allows us to feel comfortable also with others. That’s perfectly right, but shouldn’t become a limit to try things we could be interested in. I think the key is to dare without exaggerations. Let’s take fashion for instance: we don’t necessarily have to like or dislike a trend, but we can appreciate it in small portions. In fact it is enough to choose a pair of nice original boots to complete our look with something new, but discretional at the same time. Why boots? Well, metaphorically they represent the “first step”! J For this reason I’d like to share with you my selection of some fabulous boots from the great website Asos. I really recommend you to visit it and to follow the post’s title, which means “dare with Asos” in Italian (I’m sure you’ll have noticed the pun)! J

Hier bin ich und möchte mit euch schon wieder über ein Thema sprechen, das mir wichtig ist. Ist es euch jemals passiert, etwas Neues ausprobieren zu wollen, aber dann doch aufgegeben zu haben, weil ihr Angst hattet „zu anders“ zu sein? Ich glaube das ist uns allen (mindestens einmal) schon passiert und
 wir haben uns wohl alle gefragt: „was werden die anderen Passagiere denken, wenn ich auf dem Zug dieses Buch lese?“, „wie kann mir nur klassisches Ballett gefallen wenn ich doch ein Rock Typ bin!“, „Animalier Stil gefällt mir, aber ich würde mich darin nicht wohl fühlen…“, „warum klebe ich seit drei Tagen die Nase an das Schaufenster mit diesen schwarzen Biker Stiefeln wo ich ja gar kein Motorrad hab und sie gar nicht mag?“, usw. Wir kümmern uns täglich darum ein kohärentes Bild von uns darzustellen, das unseren Charakter und unsere Interessen widerspiegelt und das uns auch in Gegenwart anderer erlaubt, uns wohl zu fühlen. Das ist richtig, soll uns aber nicht daran hindern Dinge auszuprobieren, die uns eigentlich gefallen können. Meiner Ansicht nach ist das Geheimnis zu wagen, ohne jedoch zu übertreiben. Nehmen wir uns ein Beispiel an der Mode: Ein Trend muss uns nicht unbedingt gefallen oder missfallen, sondern wir können ihn auch nur mit Abstrichen mögen und in kleinen Portionen genießen. Es genügt in der Tatsache ein Paar Schöne originelle Stiefel auszusuchen, um dem eigenen Aussehen den ersehnten neuen Touch zu geben und zugleich diskret zu sein. Warum gerade Stiefel? Weil sie eine Metapher für den „ersten Schritt“ sind! J Deshalb möchte ich euch meine Selektion an Stiefeln der tollen Webseite Asos teilen. Ich rate euch wirklich euch dort umzuschauen und dem Titel dieses Eintrages zu folgen, der auf Italienisch „wage mit Asos“ bedeutet (ihr werdet das Wortspiel bemerkt haben)! J

Wednesday, January 9, 2013

Charlotte vs Emily Brontë




Desidero dedicare il primo post del 2013 (anno che mi auguro si riveli essere magnifico per tutti voi!) ad un tema che mi sta particolarmente a cuore e di cui volevo scrivere già da diverso tempo. Ormai i miei gusti letterari li conoscete e sapete che il ‘700-‘800 inglese mi va particolarmente a genio. J Ho parlato svariate volte di Jane Austen (cliccate QUI e QUI per leggere miei precedenti post che la riguardano), ma ci sono anche altre figure che apprezzo moltissimo, quali Charlotte ed Emily Brontë. Le due sorelle inglesi (assieme ad Anne, la terza) hanno sicuramente lasciato il segno nella letteratura ed i loro rispettivi romanzi più famosi “Jane Eyre” e “Cime tempestose” sono conosciuti direi da chiunque (chi non li ha letti, ha visto almeno il film; chi non ha visto il film ne ha sentito comunque parlare; e di solito chi non ne vuole sentire parlare, ha una fidanzata/moglie/figlia appassionata che ne parla di continuo J). Ma la questione che spesso ci si pone è: Charlotte o Emily? Se la critica pare aver deciso, pendendo a favore di Emily (definendo la sua opera un “capolavoro” e attribuendo a quella della sorella solamente l’etichetta di “classico”), tra i lettori il verdetto non sembra essere così unanime. Non ho intenzione di scatenare una competizione inappropriata tra le due sorelle (penso sarebbero le prime a non gradirla), ma sono curiosa di conoscere le vostre preferenze a riguardo. Posto che entrambi i romanzi rientrano tra le mie letture preferite, io personalmente mi permetto di votare per Charlotte. Trovo Jane Eyre infatti un personaggio fantastico e non solo perché si tratta di una figura fuori dagli schemi per il proprio tempo (ammettendo liberamente di amare un uomo sposato in un’epoca, quella vittoriana, in cui la donna era ritenuta essere sostanzialmente paria ad uno scolapasta come sentimenti e desideri). Il principale motivo per cui mi piace è perché Charlotte ha dovuto romanzare la sua autobiografia per renderla appetibile al pubblico e agli editori (il primo tentativo di raccontare il suo stesso amore per un uomo impegnato ne “Il Professore” venne inizialmente respinto), compiendo quindi uno sforzo in più, mettendo insieme le parti della sua vita sia reale, sia immaginata per raccontare se stessa al mondo. Non riesco ad immaginare lavoro più duro di questo, ma allo stesso tempo più affascinante.

I’d like to dedicate my first post of 2013 (I really wish you all the best for the new year!) to a topic which is very important to me and it’s now a long time I wanted to talk about it. You already know my taste in terms of literature and will have noticed that I particularly enjoy everything dealing with 18th and 19th century English literature. J I have written several times about Jane Austen (click HERE and HERE to read some of my previous posts about her), but there are also other authors I love, like Charlotte and Emily Brontë. The two English sisters (together with Anne, the third one) and their most famous novels, Charlotte’s “Jane Eyre” and Emily’s “Wuthering Heights” are well known by everyone (those who did not read them, have watched the movies, those who didn’t watch the movies have at least heard something about them, and those who don’t want to hear anything about them, usually have a girlfriend/wife/daughter who is mad about them J). But the question is: Charlotte or Emily? If the critics seem to have chosen Emily (defining her novel a “masterpiece” and the one of the sister nothing more than a “classic”), the readers’ judgment is not that unanimous. I definitely don’t want to start a bloody competition between the two sisters (I’m pretty sure they’d be the first ones to dislike it), but I’m curious to know your opinion about it. Both novels belong to my favorites, but I would probably vote for Charlotte. In my opinion Jane Eyre is a wonderful character and not only because of her innovativeness (since she admits openly to be in love with a married man -  and in those days, in the Victorian Age, women were considered to have almost the same feelings and desires of a colander). The main reason why I like her so much is that Charlotte had to novelize her life in order to get accepted by readers and editors (her first attempt to describe her own love to a married man in “The Professor” was refused at first), she had to make a greater effort, putting together both her real and her imagined life to talk about herself to the world. I can’t imagine a harder job, but at the same time a more fascinating one.

Meinen ersten Eintrag des Jahres 2013 (ich hoffe, dass dieses Jahr für euch alle wundervoll sein mag!) widme ich einem Thema, das mir sehr zu Herzen liegt und über das ich schon seit einiger Zeit sprechen möchte. Inzwischen kennt ihr schon meinen literarischen Geschmack und wisst, dass ich für die englische Literatur des 18. und 19. Jahrhunderts eine besondere Vorliebe habe. J Ich habe schon des Öfteren über Jane Austen gesprochen (klickt HIER und HIER wenn ihr einige meiner älteren Posts darüber lesen möchtet), mag aber auch andere Autoren der Zeit sehr gerne, wie zum Beispiel Charlotte und Emily Brontë. Die zwei englischen Schwestern (zusammen mit Anne, der dritten) und ihre berühmtesten Romane, Charlottes „Jane Eyre“ und Emilys „Sturmhöhe“ sind allen bekannt (wer sie nicht gelesen hat, hat zumindest den Film gesehen, wer nicht den Film gesehen hat, hat zumindest von ihnen gehört, und wer von ihnen nicht hören will, hat garantiert eine Freundin/Frau/Tochter, die danach verrückt ist und ständig davon spricht J). Die Frage ist jedoch: Charlotte oder Emily? Wenn sich die Kritiker scheinbar für Emily entschieden haben (ihr Roman wird als „Meisterwerk“ bezeichnet, während der ihrer Schwester nicht mehr als ein „Klassiker“ definiert wird), ist die Stellungnahme der Leser nicht so offensichtlich. Ich möchte keinen blutigen Wettkampf zwischen den beiden Schwestern beginnen (sie wären die ersten so etwas nicht zu wollen), bin jedoch neugierig eure Meinung zu wissen. Beide Romane gehören zu meinen Lieblingslektüren, aber persönlich würde ich mich für Charlotte entscheiden. Meiner Meinung nach ist Jane Eyre ein toller Charakter und nicht nur weil er für seine Zeit absolut innovativ ist (damals, im Victorian Age, wurden den Frauen etwa die gleichen Gefühle und Sehnsüchte eines Kochsiebes zugeschrieben und Jane gibt offen zu in einen verheirateten Mann verliebt zu sein). Der Hauptgrund weswegen ich sie so sehr mag, ist, dass Charlotte Brontë ihr Leben zu einem Roman bearbeiten musste, um es ihren Lesern und Herausgebern gefällig zu machen (ihr erster Versuch ihre eigene Liebe zu einem bereits verheirateten Mann zu erzählen im Roman „Der Professor“ scheiterte anfangs nämlich), eine härtere Anstrengung wurde von ihr verlangt und sie musste ihr echtes und ihr imaginäres Leben verknüpfen um sich selbst der Welt zu offenbaren. Ich kann mir kaum eine schwierigere und herausfordernde Arbeit vorstellen, jedoch aber auch keine so faszinierende.

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